Il diamante è senza dubbio la gemma più preziosa e ricercata al mondo, tanto che il gesto di regalare un gioiello con questa pietra racchiude oggi molteplici significati simbolici; pensiamo solo alla parola greca “adamas”, da cui deriva proprio il nome “diamante”, e che significa “indomabile”.

Minerale rinvenibile in natura, il diamante è composto totalmente da carbonio e ha la stessa composizione chimica della grafite e delle matite ma, avendo una struttura cristallina molto più compatta, è anche più duro, anzi: è il materiale più duro che si conosca. L’unico sistema per lavorarlo è l’utilizzo di speciali attrezzi.

Raramente gli esemplari rinvenuti sono sufficientemente trasparenti ed incolori per essere impiegati in gioielleria: per questo motivo, e per via dell’elevata durezza, la maggior parte del materiale estratto è utilizzato per scopi industriali.

Attualmente, il maggior produttore è l’Australia, seguita dalla Russia e da numerosi stati africani tra cui il Sud Africa, le cui miniere sono state le prime ad essere sfruttate per l’estrazione di questa speciale pietra.

Il segreto del successo economico e culturale del diamante risiede anche nel suo particolare processo di formazione in natura.

Per formarsi, un diamante impiega milioni, se non miliardi, di anni. Il lungo processo avviene all’interno del mantello terrestre, dove l’alta pressione e le elevate temperature permettono agli atomi di carbonio di legarsi formando la struttura cristallina del diamante.

Soltanto grazie alle correnti di magma provenienti dal mantello e che lo spingono in superficie i diamanti arrivano all’uomo; lo fanno racchiusi all’interno di una roccia formatasi per solidificazione in superficie del magma. Tale roccia è più giovane dei diamanti che contiene e più comunemente è la Kimberlite.

Le 4C

Fino a qualche anno fa, chi era interessato all’acquisto di un diamante si doveva fidare ciecamente dell’esperienza e dell’onestà del venditore o gemmologo. Prima degli anni ‘50 del Novecento, infatti, non esisteva alcun metodo condiviso per giudicare e classificare queste pietre. Fu l’Istituto Gemmologico Americano (G.I.A.) a introdurre l’odierno Sistema di Classificazione Internazionale.

Negli ultimi anni, per ovviare a questa situazione, sono stati messi a punto criteri rigidi per classificare le pietre che, oltretutto, rappresentano un ottimo sistema per tutelare l’acquirente. Un esempio in questo senso sono le 4 C che sono diventate uno standard che ha permesso una valutazione dei diamanti secondo un linguaggio universale.

Esse stanno a indicare le 4 caratteristiche principali in lingua inglese con le quali si classificano i diamanti, e cioè:

  • Carat (Peso in carati dei diamanti),
  • Colour (Colore dei diamanti),
  • Clarity (Purezza dei diamanti),
  • Cut (Taglio dei diamanti).

Ancora oggi, dopo settant’anni, le 4C sono l’unico metodo riconosciuto per la valutazione di un diamante in qualsiasi parte del mondo. Incredibile, no?

Differenza tra diamante e brillante

Talvolta utilizzati come sinonimi, diamante e brillante hanno significati diversi.
È possibile che la confusione risalga addirittura al regno di Luigi XIV.

Proprio al Re Sole furono donate le prime gemme definite “brillanti” ottenute cioè da un taglio a faccette voluto dal cardinale Mazzarino. Il taglio fu poi ripreso dal veneziano Vincenzo Peruzzi e venne ulteriormente perfezionato nel 1919 da Marcel Tolkowsky, l’inventore dell’attuale taglio brillante moderno rotondo.

Ma lasciando stare per un secondo la storia e andando nel concreto, possiamo tranquillamente dire che il diamante è la materia prima mentre il brillante fa riferimento al tipo di taglio con 57 faccette, 58 se anche l’apice è sfaccettato.

Inoltre, il taglio a brillante è un taglio utilizzato su ogni tipo di gemma – si ha così, per esempio, anche un rubino con taglio a brillante…

Quando si parla però di brillante senza ulteriori specificazioni s’intende un diamante di forma rotonda tagliato a brillante; ecco dunque spiegata l’intercambiabilità assunta dai due termini.

Carati diamanti

Attenzione a non confondere i carati del diamante con i karati dei metalli preziosi. I primi sono espressi con la sigla Ct, che sta ad indicare il carato metrico, e i secondi sono indicati con la sigla Kt. – Quest’ultimi non fanno riferimento al peso, bensì al grado di purezza (meglio “alla % di metallo prezioso nella lega, ad esempio 18 kt”) di un metallo.

Un’altra cosa importante da sottolineare sui carati dei diamanti è ovviamente il fatto che influiscono sul valore della pietra.

Maggiore è la caratura, più elevato è il valore che la pietra assumerà sul mercato.

Una curiosità a cui pochi fanno caso: questo valore non cresce in modo lineare, ma esponenziale.

Come si può vedere anche sulla nostra tabella diamanti, il peso del diamante è espresso in carati (Ct) ed 1 carato = 0,2 grammi.

Un diamante del peso di 0,50 carati può costare 2.150 €, ma un diamante di 1 carato della stessa identica qualità non costerà il doppio (ovvero 4.300 €), bensì 10.300 €.

Ne deriva che il valore per singolo carato cresce all’aumentare del peso del diamante.

Purezza diamanti

La purezza del diamante consiste nella classificazione delle dimensioni e del numero delle impurità presenti all’interno della pietra tramite un esame con una lente a 10 ingrandimenti e viene espressa con una delle seguenti sigle:

SIGLA INGLESE DESCRIZIONE
IF Internally Flawless Internamente Pura
VVS1 / VVS2 Very Very Small Inclusion Inclusione piccolissima (difficilissima da vedere)
VS1 /VS2 Very Small Inclusion Inclusione molto piccola (difficile da vedere)
SI1 / SI2 Small Inclusion Inclusione piccola (visibile facilmente)
P1 / P2 / P3 Piqué Inclusione visibile ad occhio nudo

Il grado di purezza è sicuramente una delle caratteristiche che incide di più sul prezzo finale del diamante. È infatti molto raro trovare in natura un diamante completamente privo di impurità, anche perché è stato stimato che solo il 2% è completamente puro al 100%.

Per questo motivo, i diamanti con un elevato grado di purezza sono considerati più rari e, di conseguenza, più costosi e ricercati.

purezza diamante
colore diamanti

Colore diamanti

Fatto salvo che la maggior parte dei diamanti non è quasi mai completamente bianca ma presenta una leggera tonalità giallastra, quando si parla del colore dei diamanti ci si riferisce di solito alla tonalità dei diamanti incolori, anche chiamati “Serie Cape”.

Accanto ai diamanti incolori, esistono anche i diamanti fancy, ovvero quei diamanti che hanno una loro colorazione naturale.

Il colore è classificato per paragone con dei diamanti campione e viene espresso, per quelle tipologie di pietre che più sovente si trovano in commercio, cioè i diamanti della già citata “Serie Cape”, con una lettera dell’alfabeto che va dalla D alla Z secondo il valore di mercato, e dove la lettera D contrassegna la pietra più “bianca”, cioè la più incolore, e la Z quella più gialla, ma in generale non abbastanza colorata da entrare a far parte delle serie “Fancy Colour” cioè con “Colore Fantasia”. I diamanti “Fancy Colour” sono assai rari e il loro prezzo è influenzato anche dalla saturazione del colore; ecco perché il loro valore è spesso superiore a quello di uno della “Serie Cape” di simile peso, purezza e taglio di colore D.

Fatto salvo quanto detto, la maggior parte dei diamanti di questa serie in commercio sta fra la F e la J.

Taglio diamanti

Il taglio del diamante influisce direttamente sul valore della gemma. Un buon taglio eseguito da un abile tagliatore esalta tutte le qualità della pietra ed è persino in grado di nascondere visivamente eventuali impurità.

Esso contempla sia la forma, il numero e la posizione relativa delle faccette (taglio princess, taglio baguette, taglio vecchio, ecc.) sia la qualità, che si giudica rispetto a diversi parametri di cui il più importante è la proporzione. Proporzione, simmetria e lucidatura sono valutate secondo una scala che va da Fair, Good, Very Good e infine Excellent, corrispondente al taglio ideale.

Una menzione speciale spetta al taglio a brillante, i cui rigidi rapporti geometrici vanno rispettati dal tagliatore per ottenere una pietra che offra il massimo in termini di brillantezza. Risulta così che il diametro di due pietre dello stesso peso sia circa lo stesso.

È importante sottolineare che il taglio di un diamante determina il modo in cui la gemma riflette la luce, aspetto che è espresso mediante i due parametri dell’elenco sottostante:

  • fuoco: è la somma di due effetti ottici, dispersione (derivata dalla suddivisione della luce nelle sue varie componenti di colore, i colori dello spettro, sulla superficie esterna del diamante) e brillantezza;
  • brillantezza: è la somma dei lampi di luce creati sulla superficie per effetto della riflessione interna dei raggi penetrati.
Taglio diamanti
taglio diamante

Prezzo diamanti

La combinazione di tutti i parametri delle 4C (peso, colore, purezza e taglio) permette di stabilire il prezzo complessivo di un diamante.

Come abbiamo già scritto, uno dei parametri che incide di più è il numero di carati, che può far aumentare in modo esponenziale il prezzo.

Come non citare poi il taglio, sul quale ci siamo dilungati nel capitolo precedente.

Non bisogna poi dimenticare l’importanza della purezza della gemma (i diamanti privi di inclusioni sono più rari, e quindi più cari) e del colore – le gemme della “Serie Cape” sono tanto più costose quanto più sono incolori; mentre per i diamanti fancy vale l’esatto contrario, cioè costano di più all’aumentare dell’intensità del loro colore. Queste 4 caratteristiche confluiscono tutte all’interno della tabella Rapaport; si tratta di un listino prezzi di riferimento internazionale.

I prezzi dei diamanti non seguono delle logiche semplici e lineari. In più, va detto che molto spesso i prezzi sono influenzati dalle fluttuazioni del mercato delle commodities.

Per via di quanto detto, il miglior modo per valutare un diamante è rivolgersi a esperti come i gemmologi di Gioielleria Guidetti.

Certificazione diamanti

Per rendere questa guida al diamante la più esaustiva possibile, abbiamo deciso di fare un approfondimento sul tema delle certificazioni.

Il certificato del diamante, che viene rilasciato al momento dell’acquisto, corrisponde a un vero documento d’identità della pietra ed è redatto dopo un’attenta analisi da parte di istituti autorevoli riconosciuti a livello internazionale che ne valutano peso, purezza, colore e taglio.

I tre istituti più riconosciuti e diffusi al mondo che possono rilasciare una certificazione diamanti sono:

  • Gemological Institute of America (GIA);
  • International Gemological Institute (IGI)
  • Hoge Raad voor Diamant (HRD).
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