Sul nostro sito potresti trovare termini che possono risultare sconosciuti perché utilizzati quasi esclusivamente dagli “addetti ai lavori”. Consulta il Glossario Gioielli e Orologi per conoscerli insieme a noi.

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Nota: alcune delle voci in glossario possono avere più di un significato anche in relazione al contesto di utilizzo. Precisiamo pertanto che l’accezione di ciascun termine qui riportato è riferita unicamente all’ambito orafo.

GIOIELLI

Dopo lo smeraldo, è la varietà più importante della specie minerale del berillo. Il suo colore naturale è un azzurro, azzurro verdastro. Le imitazioni più comuni sono costitute da materiali naturali come topazio e tormalina e da materiali sintetici come vetro artificiale, quarzo sintetico e spinello sintetico. Sugli oggetti più datati, non è difficile imbattersi in materiali compositi costituiti da doppiette di granato e vetro artificiale.

Si differenzia dalla maggior parte dei materiali di interesse gemmologico perché è di origine vegetale. È una resina fossile trasudata dalle conifere cresciute decine di milioni di anni fa e talvolta racchiude ancora degli insetti che risalgono all’Eocene e che sono rimasti intrappolati al suo interno. L’ambra è considerata la regina delle “gemme organiche” e nell’antichità veniva definita “l’Oro del Nord”; viene imitata molto spesso e con buoni riusultati con varie resine artificiali che vengono tutte raggruppate sotto il nome generico di “plastiche”

E’ un metallo nobile, bianco lucente, malleabile e molto duttile, prezioso, è impiegato sin dall’antichità nella fabbricazione di oggetti di lusso e monete. Ha simbolo chimico Ag.

È’ il tipo di taglio del diamante più adatto a valorizzarlo al massimo, tanto che nella terminologia comune la parola brillante, usata da sola, è sinonimo di diamante tagliato a brillante, nonostante questo tipo di taglio venga in realtà usato per ogni tipo di gemma. Un diamante è tagliato a brillante quando ha 57 faccette, 58 se anche l’apice è sfaccettato, cioè non appuntito.

  • Per le pietre preziose: unità di misura utilizzata per definirne il peso e corrispondente a 0,2 g.
  • Per l’oro: unità di misura obsoleta che definisce il contenuto in oro di una lega aurea. È una misura frazionaria corrispondente ad 1 ventiquattresimo. Così se una lega è “18 carati” (18k) significa che contiene in peso 18/24 di oro (equivalenti a 750 millesimi) e 6/24 di altri metalli.

Documento di identificazione, regolarmente firmato dagli analisti, rilasciato dal laboratorio di analisi dopo l’esame della pietra. In esso sono evidenziati: numero di documento, identificazione del materiale, naturale o sintetico e la sua natura, caratteristiche. Queste ultime comprendono: dimensioni, forma, massa, colore, proprietà fisiche come peso specifico e caratteristiche ottiche, inclusioni presenti, eventuali trattamenti.

È un prodotto del mare ed è formato dallo scheletro calcareo di migliaia di polipetti che vivono in vaste colonie in acque prevalentemente di contenuta profondità e con temperature comprese tra i 10 e i 29 gradi centigradi. Tra le varie forme di corallo che esistono solo il cosiddetto corallo nobile o pregiato è usato per ornamento. I colori più comuni sono il rosa ed il rosso.

E’ un minerale, quindi è un materiale naturale. La sua composizione chimica è C, quindi è costituito da carbonio puro. Ha un reticolo cristallino molto compatto per cui è il materiale più duro che si conosca.

Pietra composita che imita una gemma e talvolta così ben prodotta da essere difficilmente riconoscibile. È un corpo costituito da due parti unite, nella maggior parte dei casi per incollaggio, ma anche attraverso altre tecniche che richiedono comunque tutte l’intervento umano. Solitamente la doppietta è composta da una “fetta” di pietra preziosa e da una sintetica o di poco valore. È un tipo di imitazione in disuso. Si parla di tripletta quando la corona e il padiglione sono uniti da due parti distinte di colore sbiadito in mezzo alle quali viene interposto uno strato di materiale generalmente sintetico che impartisce la colorazione desiderata.

Veretta con brillanti tutti attorno.

E’ la quotazione dell’oro stabilita dalla Borsa di Londra due volte al giorno. Essa fissa un prezzo su cui definire tutte le vendite e gli acquisti di oro al momento del fixing.

E’ una gemma che viene prodotta o deriva da organismi viventi. Le più note ed apprezzate sono l’ambra, il corallo e le perle.

Dal greco grammax, piccolo peso. È un’unità di misura della massa nel sistema MKS (metro, kilogrammo, secondo) ed equivale ad un millesimo di Kg. In oreficeria viene utilizzato come unità di peso per i metalli preziosi tra cui l’oro. Ha simbolo g.

Materiale sintetico, composito, o naturale trattato che, pur avendo un aspetto molto simile alla gemma che imita, ne differisce per le proprietà chimiche e/o fisiche e/o la struttura cristallina. Generalmente però, nel gergo corrente, quando si parla di imitazione si fa riferimento anche alle cosiddette Gemme Simili, cioè a materiali naturali e non trattati che, avendo un aspetto molto simile a una gemma di altra natura, viene usata come sua imitazione. Ad essere imitate sono generalmente gemme particolarmente pregiate, come rubini, zaffiri, smeraldi, diamanti.

Frattura, materiale solido, liquido o gassoso di natura diversa rispetto alla gemma ospitante o caratteristica prettamente strutturale, presente all’interno della gemma. Un’inclusione può essere naturale o può essere dovuta ad una sintesi o ad un trattamento della gemma. In tal caso risulta diagnostica ai fini del riconoscimento di un’eventuale sintesi o trattamento. Nella maggior parte dei casi un’inclusione pregiudica la bellezza della pietra, in altri la caratterizza positivamente, rappresentando la causa di effetti ottici che la contraddistinguono e contribuiscono alla sua bellezza.

Materiale generato dalla fusione di un metallo con uno o più elementi. Questa combinazione genera sempre un prodotto con caratteristiche e proprietà specifiche, diverse da quelle dei materiali che lo hanno composto.

E’ un’unità di peso utilizzata solo per i metalli preziosi, tra cui l’oro. Corrisponde a 31,103 grammi ed è propria dei paesi anglosassoni.

Considerato il più importante fra i metalli nobili, è un elemento chimico contraddistinto dal simbolo Au. Molto duttile e malleabile, resiste agli agenti chimici così come a quelli atmosferici ed in natura è giallo lucente. Storicamente è usato come parametro per ogni tipo di valore, per il conio di monete e per gli oggetti preziosi. È quotato al grammo o all’oncia. Proprio per le sue caratteristiche meccaniche di estrema “morbidezza”, non è adatto ad essere lavorato allo stato puro quindi si lega con altri metalli che lo rendono più resistente.

A secondo del contenuto in oro, si distinguono vari tipi di lega che vengono definiti in millesimi di oro sul totale. Per esempio se prendiamo un oggetto d’oro di 10,0 grammi a titolo 750 millesimi significa che ci sono 7,5 grammi di oro puro (999,9/1000) e 2,5 grammi di altri metalli. Sono proprio questi 2,5 grammi di altri metalli che definiscono il colore della lega, per esempio con 2 grammi d’argento e 0,5 grammi di rame otterremo un oro giallo pallido, con 0,5 grammi d’argento e 2 grammi di rame otterremo un oro rosso. Per ottenere oro bianco vanno aggiunti metalli bianchi, solitamente palladio, che a differenza del nichel non dà allergia. Il titolo dell’oro espresso in millesimi, deve essere obbligatoriamente stampato su ogni oggetto di peso superiore ad un grammo accanto al marchio del produttore che in tal modo si assume la responsabilità del titolo dichiarato.

In Italia viene commercializzato quasi esclusivamente l’oro 750 millesimi detto anche, con una terminologia sorpassata, 18 carati.

Di seguito una tabella con le leghe più diffuse e la relativa espressione in carati:

Millesimi

Carati

333,33

8

375,00

9

500,00

12

583,33

14

750,00

18

875,00

21

916,67

22

1.000,00

24

Termine francese che indica una strada pavimentata a cubetti di piccole dimensioni. Il termine è stato ripreso dall’oreficeria per definire un tipo di montatura ottenuta incastonando le pietre preziose in maniera molto ravvicinata, praticamente taglio a taglio, in modo da ottenere uno strato di pietre che emetta una sola luce. Il processo quindi ricorda molto quello seguito dal pavimentatore.

Gemma organica, ma ottenuta per intervento umano. L’uomo tenta la coltivazione delle perle da tremila anni, ma soltanto a partire dagli inizi del ‘900 ottiene risultati apprezzabili.  L’intervento umano avviene per inserimento di un nucleo di madreperla all’interno del mollusco. Tale operazione è però piuttosto difficile. Le dimensioni della perla in formazione sono strettamente correlate alla grandezza del nucleo immesso: più un corpo estraneo è grande, più è elevato il tasso di mortalità del mollusco. La perla coltivata di mare ha una struttura completamente differente da quella della perla naturale: al posto del nucleo piccolissimo o addirittura inesistente, dovuto al corpo estraneo,delle naturali, essa ha una sferetta di madreperla con strati piani o leggermente ricurvi. Le perle coltivate di acqua dolce invece, sono di norma ottenute senza un nucleo solido poiché si formano con l’impianto di un piccolo frammento di epitelio nel mollusco, costringendolo a secernere la sostanza madreperlacea.

Gemma organica. E’ una concrezione prodotta da alcuni molluschi, bivalvi o gasteropodi, attorno ad un corpo estraneo che entra all’interno del loro mantello. Solo poche specie di mollusco danno risultati apprezzabili nella formazione di perle per cui quelle perfettamente sferiche sono assai rare e preziose. La maggioranza delle perle ha invece forma irregolare. Nei casi estremi si parla di “perle barocche”.  Il colore delle perle naturali è variabile: bianco crema, bianco roseo, bianco bruno, bianco argenteo e sulle sue cause non si è raggiunta ancora un’opinione condivisa: alcuni imputano la colorazione al pigmento presente nella madreperla della conchiglia, mentre altri ad una sommatoria di concause differenti, tra cui per es. il grado di salinità dell’acqua, il tipo di plancton presente, etc. Le perle vendute in gioielleria sono nella quasi totalità dei casi perle coltivate, le naturali infatti sono ormai rarissime.

Qualunque pietra sia stata prodotta artificialmente (non importa in che modo) e che abbia composizione, struttura cristallina e alcune proprietà fisiche di un particolare minerale, quindi di un materiale naturale ma che, proprio perché prodotta dall’uomo, non ha valore commerciale. È necessario essere gemmologi esperti per riconoscere una pietra naturale da una pietra sintetica; talvolta poi gli elementi di identificazione non sono facilmente interpretabili, così da rendere necessari esami di laboratorio per giungere al risultato definitivo. Vari sono i metodi di sintesi e il miglioramento delle tecniche di identificazione attraverso le analisi gemmologiche spinge all’invenzione e all’uso di tecniche di sintesi sempre nuove.

Metallo nobile, bianco argenteo, malleabile, duttile e particolarmente resistente agliagenti chimici. In gioielleria è spesso utilizzato in lega. Ha simbolo chimico Pt.

Il processo per cui, attraverso elettrolisi, si riveste un metallo di uno strato di rodio per renderlo più bianco. Attraverso la rodiatura si può far diventare bianco un gioiello di oro giallo.

Insieme allo zaffiro, è la varietà più pregiata della specie minerale denominata corindone. Il rubino è caratterizzato da un colore rosso intenso dovuto principalmente alla presenza di cromo nel reticolo cristallino del minerale. Tuttavia questa colorazione può assumere varie tonalità che vanno dal rosso vivace al rosso violaceo, fino al rosso brunastro. Insieme a zaffiro e smeraldo, il rubino rappresenta la serie delle “pietre preziose” e le sue imitazioni più classiche sono i rubini sintetici.

Varietà della specie minerale del berillo con minime tracce di cromo e, più raramente, anche di vanadio, che ne caratterizzano l’intenso e tipico colore verde. Insieme a rubino e zaffiro, lo smeraldo rappresenta la serie delle “pietre preziose”. Le sue imitazioni più antiche sono i vetri verdi e quelle più consuete sono gli smeraldi sintetici.

La sostanza organica è un prodotto naturale di origine animale o vegetale. Anche quando, come nel caso della perla coltivata, avviene un intervento umano, si può comunque parlare di sostanza organica, purché la formazione della sostanza avvenga anche ad opera del vegetale o dell’animale.

Anello con tre brillanti.

Nell’ambito della gioielleria,vetro” o “vetro sintetico” (poiché anche il vetro naturale è una gemma) sono definizioni usate per le gemme prodotte artificialmente mediante l’utilizzo di sostanza vetrosa, quindi non cristallina, di solito allo scopo di imitare gemme minerali; si usa con equivalente significato anche il termine di “pasta vitrea”.

È la varietà blu della specie minerale del corindone. La colorazione dello zaffiro è dovuta a inclusioni di ferro e titanio e presenta una vasta gamma di sfumature che vanno dal blu al blu violaceo, fino al blu verdastro. Insieme a rubino e smeraldo, lo zaffiro rappresenta la serie delle “pietre preziose” e le sue imitazioni più classiche sono gli zaffiri sintetici.

Termine comunemente ed impropriamente utilizzato per definire il prodotto sintetico“CUBIC ZIRCONIA”, la forma cristallina cubica del biossido di zirconio, con origine esclusivamente sintetica e creato per imitare (con successo) il diamante. Quasi sempre incolore, può essere però anche prodotto in una varietà di colori diversi e di solito viene tagliato a brillante. Il “vero” zircone invece è essenzialmente un minerale, cioè un materiale naturale costituito da silicato di zirconio e la sua gamma di colori è rappresentata da: incolore, blu, rosa aranciato, arancione, giallo, marrone, verde-marrone e verde oliva. Non viene utilizzato in gioielleria.

OROLOGI

Si definisce tale una lettura in cui le indicazioni del tempo sono fornite con il tradizionale sistema a lancetta. Si contrappone alla lettura digitale.

Lavorazione superficiale del vetro finalizzata ad una lettura dell’orario più nitida grazie alla dispersione della luce riflessa.

In un orologio si parla di movimento automatico quando la sua ricarica è data dagli spostamenti, innescati dal polso, di una massa oscillante che muovendosi attraverso un rotismo carica una molla. Si contrappone alla carica manuale

In un orologio è una complicazione che indica data, giorno della settimana e mese dell’anno, in cui l’aggiornamento manuale deve essere fatto, al termine del mese, soltanto per i mesi che hanno meno di 31 giorni; si contrappone in questo al calendario perpetuo. La definizione di c.c, per estensione, viene utilizzata anche nel caso di un orologio che prevede questa complicazione.

In un orologio è una complicazione che indica nome e numero del giorno della settimana e mese dell’anno, in cui anche il calcolo dei mesi di 30 giorni, del bisestile per febbraio e, di sovente, anche delle fasi di Luna.

In un orologio, funzione che permette di visualizzare l’autonomia di funzionamento del movimento.

Termine mutuato dal francese, indica la parte centrale della cassa in cui risiede il movimento. Di norma alla carrure si fissano le anse del cinturino.

In orologeria, definisce la struttura portante dell’orologio caratterizzandone l’aspetto e, al contempo, preservandolo dalle sollecitazioni esterne. Le forme più comuni sono: rettangolare, quadrata, ovale, tonda e tonneau.

Nell’orologio, è una scala che dà ulteriori misurazioni relative al tempo e calcolate dal meccanismo e dalle sue funzioni o complicazioni.

Rotellina posta sulla carrure, permette la ricarica del movimento, la regolazione delle sfere e di altri contatori ove presenti.

E’ un dispositivo che si aggiunge al movimento di base di un orologio e che consente di misurare gli intervalli di tempo. La sua regolazione (avvio, stop e azzeramento) viene gestita attraverso dei pulsanti posti sulla cassa.

Nell’ambito dell’orologeria il termine definisce un esemplare progettato per garantire alta precisione. Questo termine può essere utilizzato solo dopo che l’orologio abbia superato una serie di test con un errore massimo tra i -3 e i +6 secondi al giorno, in differenti condizioni di temperatura ed orientamento e per un periodo di almeno 15 giorni. In caso di superamento, l’orologio ottiene il certificato di “cronometro” emesso dal COSC (Contrôle Officiel Suisse de Chronomètres). Nel linguaggio comune, accade che il termine venga erroneamente utilizzato per definire un cronografo.

Componente del cinturino di un orologio che ne unisce le due metà e funge da fibbia. Di consueto prodotto nello stesso materiale della cassa può essere applicato sia nei cinturini di metallo che in quelli di pelle o tessuto. Spesso la chiusura d. è provvista di un’agganciatura aggiuntiva che ne aumenta la tenuta e quindi la resistenza e che può essere a pulsante o a fermaglio.

Si definisce tale una lettura in cui l’indicazione dell’ora avviene in maniera diretta attraverso un numero arabo, contrapponendosi alla lettura analogica in cui l’indicazione viene invece fornita attraverso le lancette. La lettura digitale deve il suo nome alla parola inglese “digit” (cifra).

Dette anche fasi lunari, indicano il differente aspetto mostrato dalla Luna durante il suo movimento, aspetto generato dal diverso orientamento rispetto al Sole. La lunazione ha una durata di 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 2,8 secondi che però viene approssimata in 29 giorni e 12 ore. Alcuni orologi prevedono una complicazione che permette di viusalizzarle.

E’ il termine con cui si definisce la parte posteriore di un orologio da polso. Il fondello può essere: bloccato con delle viti oppure avvitato direttamente alla cassa o, ancora, chiuso a pressione.

In un orologio, componente girevole che alloggia nella parte centrale della cassa (detta “carrure”). La ghiera permette di: leggere un secondo fuso orario, misurare tempi, usare un calcolo regolatore, etc. sulla base di una o più scale disposte sulla sua superficie. Negli orologi subacquei questa scala è sessantesimale e la ghiera unidirezionale poiché serve per visualizzare in maniera più semplice il tempo di immersione.

Viene così definito un orologio le cui parti interne non possono essere raggiunte dall’acqua. Il grado di impermeabilità viene espresso in atmosfere oppure in profondità di immersione che è indicata in metri. 1 atmosfera è uguale a 10 metri di profondità.

Tutti i segni stilizzati atti a rappresentare, in maniera diversa, ore e minuti o altre misurazioni del tempo.

Asticella utilizzata come indicatore su scale graduate in molti strumenti di misurazione. In un orologio indica in modo analogico: ore, minuti, secondi e altre funzioni. La lancetta, definita anche sfera, è in genere di metallo e può assumere numerose forme secondo il design dell’orologio.

In un orologio il termine movimento definisce il complesso dei suoi organi motori e si suddivide in due grandi gruppi: m. al quarzo e m. meccanico. Quest’ultimo, a sua volta, prevede un’ulteriore distinzione fra m. m. a carica automatica e m.m. a carica manuale.

In un orologio, è il disco su cui vengono rappresentati indici ed altri simboli che sintetizzano la misurazione del tempo. Di solito il quadrante è in metallo, è protetto dal vetro e può essere decorato in vari modi.

Lancetta dell’orologio.

In orologeria con questa espressione si intende l’elemento che protegge il quadrante. A seconda dell’orologio, il vetro può essere: temperato o zaffiro, ma anche plexiglass.